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Francia

  • Deposito definitivo di superficie per rifiuti a molto bassa e bassa attività (La Manche): controllo istituzionale (2003)

  • Deposito definitivo di superficie per rifiuti a bassa attività (L’Aube) con attiguo deposito (CIRES) per rifiuti a molto bassa attività: in esercizio (1992)

  • Deposito geologico di profondità per rifiuti a media e ad alta attività: siting – Decisione finale sulla localizzazione (Bure) attesa nel 2021.

La Francia ha deciso la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività in depositi di superficie. A tale riguardo, vi sono due depositi di superficie.

Il primo deposito è stato realizzato nel centro di La Manche, vicino all’impianto di La Hague, in Normandia. Il deposito è oggi in fase di controllo istituzionale, dopo la chiusura in quanto saturo. Vi sono, infatti, smaltiti oltre 500 mila metri cubi di rifiuti.

Un secondo deposito superficiale è il Centre de l’Aube nel nord-est della Francia, con una capacità di un milione di metri cubi di rifiuti. É entrato in funzione nel 1992. La selezione del sito e l’esercizio del deposito sono accompagnati da un ampio coinvolgimento delle comunità locali.

La ricerca per il deposito geologico di profondità, destinato ai rifiuti a media e alta attività, è iniziata nei primi anni Ottanta. La soluzione del deposito geologico è stata definitivamente decisa dal Parlamento nel 2006. Il deposito Centre Industriel de Stockage Géologique (CIGEO) di Bure, ai confini tra le Regioni della Lorena e della Champagne-Ardenne (nord-est della Francia), all’interno di una formazione argillosa, è stato progettato da ANDRA, l’Agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi.

Dopo una nuova fase di consultazione, con al centro il tema della reversibilità, ANDRA dovrebbe promuovere nel 2021 un Decreto per la dichiarazione di interesse pubblico sul sito, preludio per la licenza per la costruzione e l’esercizio dell’impianto, la cui fase pilota dovrebbe iniziare nel 2025. Nel dibattito pubblico, svoltosi tra maggio e dicembre 2013 era emersa la disponibilità ad approfondire le caratteristiche del progetto e, da parte delle comunità locali, la necessità di alcuni miglioramenti, tra i quali proprio il concetto di recuperabilità dei rifiuti e l’inserimento di una fase pilota.

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